Figura 1 Schema del turnover delle proteine nel muscolo scheletrico. |
La composizione del pool di aminoacidi nel muscolo scheletrico è il risultato netto del turnover (sintesi e disgregazione) delle sue proteine, della sintesi de novo, del catabolismo (ossidazione degli aminoacidi ramificati) e del trasporto all'interno o all'esterno della cellula. Quest'ultimo aspetto è condizionato dalla concentrazione di aminoacidi liberi nel sangue (Figura 1).
Una riduzione della concentrazione di aminoacidi nel sangue
La perdita degli aminoacidi da parte del muscolo è inevitabile quando si tratta di sintetizzare proteine essenziali, capaci quindi di garantire la salute dell’organismo e/o assicurare il rifornimento di energia ai tessuti nobili in carenza di altri nutrienti. In questi casi il corpo attinge dal muscolo, un tessuto meno importante ai fini della sopravvivenza, avviandolo perciò al catabolismo. Lo stato catabolico che viene così ad instaurarsi comporta la perdita di proteine, e quindi di azoto, con successiva riduzione della massa muscolare. Verrà così a realizzarsi una condizione nota come “bilancio azotato negativo” dove, appunto, la quantità di azoto persa è maggiore di quella assunta con gli alimenti (Figura 2).
Anche l’allenamento che stimola la crescita muscolare promuove, in un primo momento, il catabolismo proteico. Un singolo workout con i pesi riduce infatti la sintesi proteica e incrementa la disgregazione delle proteine muscolari affinché queste vengano utilizzate per fornire energia direttamente al muscolo o attraverso la formazione epatica di glucosio. Perché ciò si realizzi non è neanche necessaria una marcata riduzione del glicogeno muscolare, è infatti sufficiente una deplezione pari al 35-55% delle scorte disponibili; proprio quello che mediamente si ottiene con sei serie di circa 12 ripetizioni. Successivamente, al termine dell’ultima ripetizione dell’ultima serie, comincia la fase di recupero, ovvero il periodo in cui il corpo transita da uno stato catabolico (allenamento) ad uno anabolico (crescita). Durante questo periodo è necessario fornire al corpo i nutrienti necessari per il ripristino dei depositi energetici e la riparazione delle fibre muscolari danneggiate durante l’allenamento, perché è solo così che si otterrà l’ipertrofia. Infatti, durante il recupero, l’apporto generoso di proteine ed energia consente alla sintesi di usufruire degli aminoacidi necessari alla riparazione e all’accrescimento del muscolo. La condizione di anabolismo si dissolve normalmente attorno alle 24-36 ore, periodo comunque sufficiente a promuovere la crescita muscolare e, quindi, un bilancio dell’azoto positivo (Figura 2).
Tuttavia, parlare in maniera generica di aminoacidi non esaurisce appieno la comprensione dei fenomeni che promuovono la crescita muscolare dopo l’allenamento. Infatti, oltre all’importanza dell’apporto proteico, è doveroso considerare anche il bisogno relativamente ai singoli aminoacidi. In questo contesto è interessante osservare come la crescita muscolare possa non avvenire, rendendo negativo il bilancio d’azoto (Figura 2), anche in assenza di un solo aminoacido essenziale. Gli alimenti di origine animale come uova, carne, latte e pesce li contengono tutti e nella giusta combinazione che serve a costruire il muscolo.
Ma c’è di più. L’allenamento con i pesi crea un potenziale di risposta adattativa a carico di quei muscoli che sono stati direttamente interessanti negli esercizi ed è verso di essi che i nutrienti si dirigeranno una volta assunti. Nel sedentario questa selettività non c’è e la ripartizione dei nutrienti è sistemica, cioè avviene indiscriminatamente sia verso le cellule di grasso che verso i muscoli.
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