
Successivamente, il carico dei carboidrati ha riscontrato anche l’interesse dei culturisti, i quali si sono rivolti ad esso nel tentativo di trarne benefici estetici. In questo caso però, l’interesse è legato esclusivamente alla capacità del glicogeno di trattenere l’acqua all’interno della cellula muscolare, in misura di 3 g per ogni grammo di glicogeno depositato. Quest’ultimo aspetto consente di acquistare centimetri e ottenere, nel complesso, muscoli più voluminosi e densi.
Il carico dei carboidrati ha inizio sei giorni prima dell’evento sportivo e prevede due fasi, una di riduzione del glicogeno (induttiva) e una di ricarica (Figura al lato). Nei giorni sei, quattro e cinque precedenti la gara, gli atleti si sottopongono ad allenamenti intensi e razioni alimentari su base proteica e lipidica, escludendo o riducendo drasticamente i carboidrati dalla dieta. La riduzione del glicogeno ottenuta in questi primi tre giorni favorisce un aumento dell’attività dell’enzima "glicogeno sintetasi". Ottenuto ciò, nei giorni tre, due e uno precedenti la gara l’atleta sospende l’allenamento e passa ad una dieta iperglucidica, ipolipidica e normoproteica. La grande disponibilità di glucosio successiva all'improvviso reinserimento dei carboidrati nella dieta s'incontra così con l’aumentata attività dell’enzima attivato e ciò promuove una elevata sintesi di glicogeno muscolare che, nell’arco di tre giorni, arriva a concentrazioni più alte rispetto ai valori di partenza.
Un aspetto che pone agli antipodi il concetto di supercompensazione e quello di adattamento allo stimolo allenante è il fine dell’allenamento anabolico, ossia la ricerca esasperata dei culturisti di raggiungere, il giorno successivo all’allenamento, il famigerato D.O.M.S (Delayed Onset Muscle Soreness). Il danno tissutale, avvertito come indolenzimento ritardato a seguito dell’esercizio, non solo limita il recupero muscolare ma compromette anche il ripristino dei depositi di glicogeno rallentando, così, l’adattamento del muscolo allo stimolo allenante. A riguardo, è stato dimostrato che nei muscoli che hanno subito un trauma eccentrico, i livelli di glicogeno sono solitamente del 25% più bassi dopo un carico di carboidrati. Questo dato è di estrema importanza, e durante la fase induttiva pone l’atleta di fronte ad una via obbligata nella scelta degli esercizi volti a ridurre il glicogeno nei muscoli.
La supercompensazione glucidica è una metodica sufficientemente stressante e per questo va attuata solo in vista di una competizione importante. Inoltre, come concetto non dovrebbe essere sovrapposto in nessun modo a quello di incremento delle capacità lavorative ricercato nell’off-season, soprattutto se ci si riferisce all'allenamento con i pesi. Sicuramente, ai fini del recupero, il ripristino delle scorte di glicogeno influisce drasticamente sulla possibilità di allenarsi intensamente, ma tale concetto esula da quello proprio della supercompensazione.
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