Al di là di quanto si è portati a credere, gli esercizi eseguiti con maggiore intensità di movimento non sortiscono sempre l’effetto di una migliore stimolazione muscolare, e quelli per gli addominali lo dimostrano nella maniera più assoluta: mediante la registrazione dei modelli di attività muscolare tramite l’elettromiagrafia (EMG), è stato possibile chiarire il grado di attivazione del retto dell’addome (il muscolo più bersagliato in corso di dimagrimento) nel sit-up e nel crunch. Il sit-up consiste nell’avvicinare il petto alle ginocchia, o comunque nel cercare di raggiungere la posizione verticale, partendo con la schiena appoggiata sul pavimento o su una panca inclinata. Il crunch è, invece, una versione più “soft” dell’esercizio precedente che si risolve col sollevamento del tratto lombare, senza che il bacino perda il contatto col pavimento – o la panca. Studiando questi due esercizi con l’EMG, è emerso che i crunch garantiscono una stimolazione piena del retto dell’addome. Al contrario, i sit-up si sono rivelati incapaci di sollecitare adeguatamente il retto dell’addome, ma estremamente efficaci nel reclutare l’ileo psoas e il retto femorale (i due principali flessori dell’anca). Il guaio è, che a lungo andare, i sit-up alterano l’equilibrio tra i muscoli addominali e i flessori dell’anca con un vantaggio a favore di quest’ultimi. Ne consegue un’alterazione del tratto lombare della colonna (iperlordosi) e una maggiore esposizione a problemi cronici e dolori ricorrenti.
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